Decreto ingiuntivo da 15mila euro, ma il ristoratore si oppone e vince: la banca non ha prove

Un imprenditore della ristorazione di Civitanova si è visto recapitare un decreto ingiuntivo da oltre 15.000 euro per un presunto debito su un vecchio conto corrente. Ma anziché accettare passivamente la richiesta, ha scelto di opporsi legalmente. Il tribunale gli ha dato ragione: nessuna prova concreta del debito è stata prodotta dalla finanziaria.

Decreto ingiuntivo per un ristoratore: bar con due proprietari intenti a guardare le faccende del giorno.
Gaetano Vilnò, gaetanovilno

Un debito “fantasma” notificato dopo 20 anni

La vicenda risale al 2021, quando l’imprenditore ha ricevuto una richiesta formale di pagamento da parte di una società specializzata nel recupero di crediti deteriorati. La somma richiesta – 15.600 euro – era, secondo loro, collegata a un vecchio conto corrente aperto nei primi anni 2000 con una banca poi assorbita da Monte dei Paschi di Siena. Quest’ultima aveva successivamente ceduto il credito alla finanziaria.

Il destinatario dell’ingiunzione, però, non aveva mai ricevuto alcuna comunicazione di scoperto né alcun estratto conto o sollecito. Per questo ha deciso di rivolgersi a un legale e opporsi al provvedimento.

La società non produce prove: il giudice revoca tutto

Nel corso del procedimento, la società creditrice non è riuscita a presentare documentazione adeguata: mancavano i contratti, le copie degli estratti conto, e qualsiasi altra prova che potesse confermare l’effettiva esistenza del debito. Di fronte a questa assenza di elementi, il giudice ha revocato il decreto ingiuntivo e condannato la società a pagare le spese processuali.

Il caso rientra nella casistica prevista dall’articolo 50 del Testo Unico Bancario, secondo cui una banca può ottenere un decreto ingiuntivo sulla base di una semplice attestazione interna. Tuttavia, in sede di opposizione, serve una prova documentale vera e propria. In questo caso, il tribunale ha riconosciuto l’assenza di fondamento della richiesta.

Una lezione importante per tutti i cittadini

Il protagonista della vicenda ha scelto di condividere la sua storia per mettere in guardia altri cittadini: non tutte le richieste di pagamento sono legittime e spesso si può fare opposizione con successo, se si è in grado di dimostrare l’inesistenza del debito.

«Senza un processo e una difesa tecnica, sarei stato costretto a pagare una somma che non dovevo – ha dichiarato l’imprenditore –. È importante sapere che ci si può difendere, e che anche un piccolo risparmiatore ha diritto alla verità e alla giustizia».

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