Pignoramento da 500mila euro nonostante la sospensione: il Tribunale condanna l’Agenzia della Riscossione

Una vicenda paradossale ai danni di un imprenditore pugliese
Un imprenditore della provincia di Bari si è visto pignorare i propri conti correnti per un importo vicino ai 500mila euro, nonostante l’azione esecutiva fosse già stata sospesa da precedenti pronunce giudiziarie. L’ente della riscossione, infatti, aveva agito nel 2022 avviando una procedura di pignoramento, che era stata immediatamente bloccata dal Tribunale competente. Inoltre, altre cause promosse dal contribuente avevano ulteriormente confermato la sospensione, anche in sede di giudizio del lavoro.
Nel 2024, tuttavia, nonostante l’esistenza di più ordinanze che sospendevano l’esecuzione, l’ente della riscossione ha proceduto nuovamente al pignoramento dei conti bancari dell’imprenditore, violando così quanto stabilito dalla magistratura in precedenza.
La condanna del Tribunale
Il Tribunale di Bari, con ordinanza emessa il 4 aprile 2025, ha condannato l’ente esattore al pagamento di circa 6.000 euro di spese legali, riconoscendo l’illegittimità dell’azione esecutiva intrapresa. I giudici hanno evidenziato che l’ente non avrebbe potuto procedere in presenza di una sospensione esecutiva già emessa da un’autorità giudiziaria e che gli atti sottesi al pignoramento risultavano già oggetto di impugnazione e sospesi da altro giudice.
Una sentenza a tutela dei contribuenti
L’ordinanza, divenuta definitiva in quanto non impugnata nei termini di legge, rappresenta un importante precedente a tutela dei contribuenti, spesso esposti ad azioni esecutive anche in presenza di provvedimenti sospensivi. Il giudice ha infatti sottolineato che l’azione dell’ente è stata non solo intempestiva, ma anche ingiustificata, poiché fondata su titoli già sospesi da più organi giudiziari.
Un messaggio chiaro alle istituzioni
Questo caso pone in evidenza l’urgenza di maggiore attenzione e rispetto delle pronunce giudiziarie da parte degli enti di riscossione. Azioni come quella descritta non solo arrecano gravi danni economici, ma minano la fiducia dei cittadini nella corretta amministrazione della giustizia tributaria. La sentenza di Bari segna una chiara linea di demarcazione: non è tollerabile l’avvio o la reiterazione di procedure esecutive su posizioni già sospese.
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Salve ho un debito di 150000 con agenzia delle entrate e Inps la maggiorparte di un mancato accertamento di presunto mancato guadagno non dichiarato in quanto erano passati i tempi e in quanto non era arrivata ed era ritornata indietro non è stato possibile fare ricorso risale te al 2019 dell anno 2014
Buongiorno,
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