Bollo auto non pagato? Attenzione: il nuovo rischio è il pignoramento rapido. Ma i debitori non sono senza difese.

Bollo auto: auto parcheggiata in una vita con un biglietto giallo sopra.

Gaetano Vilnò, gaetanovilno

Le nuove regole accelerano le procedure, ma anche i diritti vanno difesi: ecco cosa possono fare i cittadini

Il bollo auto – quella tassa regionale che ogni proprietario di veicolo iscritto al PRA è tenuto a pagare ogni anno – potrebbe diventare una vera e propria trappola per migliaia di italiani. Non solo sanzioni e interessi salati, ma ora anche il rischio concreto di pignoramento diretto entro soli 60 giorni.

Una vera stretta voluta dalla Legge Delega n. 111/2023, che ha dato il via alla cosiddetta “riscossione sprint”. Una definizione innocua che però nasconde una realtà molto più dura: gli enti regionali potranno agire in fretta contro chi è in difficoltà, senza il passaggio tradizionale per l’Agenzia delle Entrate e senza il filtro delle cartelle esattoriali.


Rischio pignoramento: cosa può succedere davvero

Se non si paga il bollo auto entro le scadenze previste (di norma, il mese successivo alla scadenza annuale), l’importo inizierà a lievitare:

  • entro 14 giorni: +0,1% al giorno;
  • fino a 30 giorni: +1,5% + interessi;
  • oltre 1 anno: +30% dell’importo dovuto + interessi semestrali.

Dopo soli 3 anni, l’ACI può cancellare il veicolo dal PRA e far scattare il ritiro della targa e della carta di circolazione, con pesanti multe fino a 1.734 euro per chi continua a circolare. Ma con le nuove regole, c’è un pericolo ancora più immediato: il pignoramento diretto.

Oggi, basta non rispondere a una lettera di accertamento entro 60 giorni perché l’Ente regionale possa pignorare conti, stipendi o altri beni mobili e immobili, senza ulteriori avvisi formali.


Una riscossione sbilanciata: cittadini a rischio

La nuova procedura salta i passaggi tradizionali e rende i debitori più vulnerabili che mai. Non esiste più la classica cartella esattoriale, sostituita da una lettera “di compliance” che invita all’adempimento spontaneo. Ma non tutti capiscono la portata giuridica di queste lettere. Molti le ignorano, pensando siano semplici solleciti.

Ed è lì che scatta la trappola: al 61° giorno il pignoramento può già essere in corso. Il cittadino può ritrovarsi il conto bloccato, lo stipendio decurtato, o addirittura una notifica di pignoramento presso terzi senza nemmeno essere passato dal giudice.


Difendersi è possibile: ecco come

Chi si trova in difficoltà economica o ha ricevuto comunicazioni relative al bollo auto non pagato non deve restare in silenzio. Ci sono strumenti legali e amministrativi per contestare, rateizzare o sospendere le procedure di riscossione.

Ecco alcune strategie di difesa per i cittadini:

  1. Controllo della notifica: se l’atto di accertamento non è stato notificato correttamente, la procedura può essere annullata.
  2. Prescrizione: il bollo auto si prescrive in 3 anni. Se l’ente non ha agito per tempo, il debito decade.
  3. Istanza di autotutela: si può presentare se si ritiene il debito errato o già pagato.
  4. Richiesta di rateizzazione: anche per importi piccoli, è possibile ottenere piani di rientro sostenibili.
  5. Sospensione amministrativa: per chi contesta la legittimità della pretesa o ha procedimenti giudiziari in corso.

Non tutto ciò che è automatico è giusto

La velocità non è sempre sinonimo di giustizia. Quando lo Stato (o le Regioni) diventano creditori “aggressivi”, il cittadino deve poter contare su strumenti reali di tutela e informazione. È inaccettabile che si possa procedere al pignoramento di beni senza il passaggio attraverso un giudice o senza un serio contraddittorio.

Ogni debito ha una storia: dietro ogni bollo non pagato potrebbe esserci una perdita di lavoro, una malattia, una crisi personale. Trattare tutti allo stesso modo con procedimenti automatici è un pericolo per lo Stato di diritto.


Un appello al buon senso e alla legalità

In questo clima di crescente pressione fiscale e automatismi, è fondamentale che Regioni e enti pubblici ripensino i meccanismi di riscossione, evitando abusi e garantendo trasparenza.

Nel frattempo, i cittadini devono informarsi, difendersi e non restare soli. Se hai ricevuto una comunicazione sull’omesso pagamento del bollo auto, non aspettare il pignoramento. Agisci.

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