Ingiunzioni per multe Covid: vessatorie, fuori tempo e ormai illegittime. La Regione fermi questa macchina punitiva
Cinque anni dopo l’emergenza pandemica, in Campania continuano ad arrivare ingiunzioni di pagamento fino a 600 euro per violazioni legate a regole ormai superate. Una pressione burocratica che colpisce famiglie già provate, e che molti giudici hanno definito illegittima.

Nel 2020, l’Italia ha vissuto un periodo senza precedenti. Le restrizioni imposte per contenere la pandemia da Covid-19 hanno inciso profondamente sulla vita quotidiana, limitando spostamenti, libertà personali e perfino il diritto a prendere una boccata d’aria. Oggi, a distanza di anni, molti cittadini campani si ritrovano a dover pagare per quelle stesse violazioni, nonostante lo Stato centrale abbia scelto di voltare pagina.
Multe annullate dallo Stato, ma la Regione insiste
Con il Decreto Milleproroghe approvato nel 2024, il Governo ha ufficialmente annullato le sanzioni amministrative legate all’obbligo vaccinale. Una decisione che ha rappresentato un atto di buon senso e riconciliazione, per lasciarsi alle spalle una stagione controversa fatta di decreti emergenziali e norme spesso difficili da interpretare.
Eppure, la Regione Campania continua a inviare ingiunzioni di pagamento per multe risalenti a ben cinque anni fa, relative a comportamenti che, oggi, appaiono del tutto innocui: uscire senza cane, andare a fare la spesa in un comune vicino, prendere aria da soli.
Richieste che arrivano fuori tempo massimo, prossime alla prescrizione, e che costringono le persone a rivolgersi a un avvocato per difendersi da qualcosa che non doveva nemmeno essere contestato.
Un’accanita macchina burocratica
Il comportamento della Regione viene ormai definito da molti osservatori come una forma di accanimento amministrativo: si tenta di fare cassa sulle spalle di cittadini che non hanno commesso reati, ma che si sono semplicemente trovati a vivere, come tutti, in un clima di incertezza e confusione normativa.
Mentre altri enti hanno scelto di seguire la linea del Governo e archiviare queste vicende, in Campania si continua a notificare cartelle esattoriali per fatti privi di rilevanza giuridica attuale, generando costi legali inutili, stress psicologico e ulteriore sfiducia verso le istituzioni.
I giudici danno ragione ai cittadini
Numerose sentenze in tutta Italia hanno già dichiarato l’illegittimità di queste multe, sottolineando l’inadeguatezza dei provvedimenti o la mancanza di fondamento normativo.
Tuttavia, anziché allinearsi a questo orientamento giurisprudenziale e fermare gli atti esecutivi, la Regione Campania sembra voler ignorare la volontà nazionale, mantenendo in vita un meccanismo sanzionatorio che non ha più alcuna giustificazione né giuridica né morale. Una battaglia di dignità e giustizia
La vicenda non è solo burocratica. È una questione di giustizia sociale. Le persone che oggi ricevono queste ingiunzioni sono lavoratori, famiglie, pensionati che hanno vissuto anni difficili, spesso pagando il prezzo più alto dell’emergenza.
Continuare a perseguitarli con multe vecchie, illegittime e superate significa aggiungere ingiustizia all’ingiustizia.
Basta multe Covid: si archivi una volta per tutte una stagione buia
È ora che la Regione Campania fermi immediatamente l’emissione e la notifica di ingiunzioni legate al periodo Covid, in coerenza con le scelte legislative del Governo nazionale e con le pronunce dei giudici.
Non si può accettare che i cittadini debbano ancora oggi difendersi per aver camminato da soli, per aver respirato senza guinzaglio o per aver fatto la spesa nel posto sbagliato.
Serve rispetto, equità e responsabilità. Non altri bollettini post-pandemici.
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