Malato e sommerso dai debiti: il tribunale riduce l’importo e sospende il pagamento

Una vicenda di disagio economico si conclude positivamente per un cittadino del Leccese.
A causa di una malattia degenerativa, un uomo di 58 anni non era più in grado di lavorare e, di conseguenza, non riusciva a far fronte al pagamento di un finanziamento. Nonostante avesse già versato molte rate, la finanziaria gli contestava un debito residuo di oltre 19mila euro.

Malato e debiti: uomo in camice da ospedale che si stringe le mani.

Gaetano Vilnò, gaetanovilno

Il ricorso in tribunale: debito ridotto e decreto sospeso per uomo malato

Il consumatore, in evidente difficoltà economica, ha deciso di opporsi legalmente al decreto ingiuntivo emesso dalla banca. L’opposizione è stata proposta nei termini di legge e, nel corso del giudizio, sono emerse anomalie contrattuali nel rapporto con l’istituto finanziario.

Il Tribunale di Lecce ha accolto le ragioni del 58enne. Dopo una consulenza tecnica, il giudice ha ridotto il debito a circa 7mila euro e ha condannato la banca a rimborsare anche le spese processuali, ponendo fine a un contenzioso che durava da oltre tre anni.

Un problema sempre più diffuso

Questo caso non è isolato: riguarda una fascia sempre più ampia della popolazione, in particolare chi, per motivi di salute o perdita del lavoro, si trova improvvisamente incapace di sostenere i propri debiti.

Secondo gli ultimi dati ISTAT, nel 2024 l’indebitamento medio pro-capite in Italia ha raggiunto i 29.099 euro, con un aumento del 13,6% negli ultimi quattro anni. Una persona su due ha un debito superiore ai 35mila euro, con i maschi over 50 tra i più colpiti.

Il credito al consumo è diventato la norma

Ormai, per molte famiglie italiane, ricorrere a prestiti e finanziamenti è una pratica quotidiana. Anche beni comuni come elettrodomestici, automobili, cure dentistiche o vacanze vengono spesso acquistati a rate, vista la crescente difficoltà di sostenere tali spese con redditi ordinari.

Questa normalizzazione dell’indebitamento ha però come effetto collaterale l’aumento del rischio di sovraindebitamento, specialmente in presenza di eventi imprevisti come malattia o perdita del lavoro.

La via dell’opposizione: unica possibilità per far valere i propri diritti

La storia del 58enne dimostra che i debiti richiesti da banche e finanziarie non sono sempre corretti. A volte contengono voci e interessi che gonfiano l’importo reale. Tuttavia, per contestarli, è necessario attivarsi legalmente: l’unico strumento per farlo è l’opposizione al decreto ingiuntivo.

Anche se può sembrare un percorso complesso, ottenere giustizia non è impossibile, come conferma questa sentenza. Conoscere i propri diritti e agire per tempo può fare davvero la differenza.

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