Multa pagata, ma arriva il pignoramento tre anni dopo: “Un incubo senza fine”

Ha pagato una multa su richiesta degli agenti, con tanto di scontrino alla mano. Eppure, tre anni dopo, si è ritrovata con un pignoramento sul conto corrente. È la paradossale vicenda vissuta da Fabiana Antiga, un’insegnante della provincia di Treviso, che ha visto trasformarsi una semplice contravvenzione stradale in un incubo burocratico e giudiziario.

Multa: agente che prende gli estremi di una persona fermata per eccesso di velocità.
Gaetano Vilnò, gaetanovilno

Tutto parte nel 2022, ma il caso riemerge nel 2024

Il 25 gennaio 2022, Fabiana viene fermata dalla polizia locale di Vazzola per eccesso di velocità. Gli agenti le propongono il pagamento immediato della multa tramite POS, e lei accetta: 86 euro saldati sul momento, con la certezza di aver chiuso lì la questione.

Ma a giugno 2024, ben due anni e mezzo dopo, riceve una comunicazione che riapre tutto: un decreto ingiuntivo da parte della società GE.S.A.P., incaricata della riscossione per conto del Comune. La motivazione? Secondo loro, la multa non risulta pagata. Le viene chiesto di versare 142,45 euro, tra sanzione e maggiorazioni.

Il problema? Un errore interno

Fabiana si attiva subito per dimostrare l’avvenuto pagamento. Dopo una lunga trafila tra i vari uffici della polizia municipale, scopre l’amara verità: un dipendente si era semplicemente dimenticato di comunicare a GE.S.A.P. che la multa era stata saldata. La conferma arriva dai documenti conservati nell’ufficio di Cimadolmo (che gestisce anche per Vazzola).

Sembra tutto risolto. Ma il colpo di scena arriva pochi mesi dopo.

Ad aprile 2025: pignoramento diretto in banca

A distanza di mesi, la banca notifica a Fabiana un pignoramento per un importo di 188 euro. Nessun preavviso, nessuna spiegazione. Solo dopo l’intervento di un legale si scopre che è ancora legato alla stessa multa del 2022.

Il motivo? Un nuovo errore da parte dell’ufficio comunale: l’email che doveva comunicare lo sgravio sarebbe stata inviata, ma all’indirizzo sbagliato, a un fantomatico “GE.S.A.P.S.”, che nemmeno esiste.

Una burocrazia che costa cara

Oltre al danno economico, per Fabiana c’è anche quello morale e pratico: l’impossibilità di ottenere un prestito personale e il dover pagare un avvocato per una questione che doveva chiudersi in pochi minuti.

“Sono passati tre anni e sono ancora intrappolata in una situazione che non ho mai cercato. Ora chi mi ripagherà il danno e le spese legali?” – si chiede, amareggiata.


Cosa ci insegna questa storia?

Questa vicenda, purtroppo non isolata, mostra quanto una semplice disattenzione nella gestione amministrativa possa trasformarsi in un problema serio per il cittadino. È fondamentale conservare sempre le ricevute, monitorare eventuali comunicazioni anomale e, quando necessario, rivolgersi a un legale.

Ma è altrettanto importante che le istituzioni e i concessionari di riscossione migliorino i loro meccanismi di comunicazione e verifica, per non trasformare una multa da 86 euro in un incubo giudiziario..

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