Paga per riscattare l’auto, ma la banca la rivende: cliente ottiene risarcimento

Una storia incredibile: auto pagata, ma mai consegnata
Una vicenda che ha dell’assurdo, quella accaduta a un giovane assicuratore aretino. Dopo tre anni di regolari pagamenti per un contratto di leasing su un’auto Mercedes, il cliente decide – come previsto – di esercitare il diritto di riscatto, ovvero acquistare definitivamente il veicolo. Riceve dalla banca il conteggio per il pagamento finale, che esegue puntualmente tramite bonifico bancario: oltre 10.300 euro versati prima della data di scadenza.
Ma da quel momento inizia un incubo: la banca, inspiegabilmente, continua a inviargli nuove richieste di pagamento e non perfeziona il passaggio di proprietà del veicolo. L’auto, che avrebbe dovuto essere definitivamente sua, non viene mai formalmente consegnata.
Danno economico e reputazionale: segnalazione al CRIF
Oltre al danno materiale, il cliente subisce un danno reputazionale gravissimo: sia lui che la madre – co-obbligata – vengono segnalati alla Centrale dei Rischi finanziari, compromettendo la possibilità di ottenere nuovi finanziamenti o gestire serenamente rapporti bancari. Una segnalazione di questo tipo, se ingiustificata, ha effetti devastanti, soprattutto per un lavoratore autonomo e per una piccola imprenditrice.
Il tutto, senza che vi fosse alcuna insolvenza reale. Il pagamento era stato eseguito nei tempi previsti e il cliente non aveva ricevuto alcuna contestazione formale da parte dell’istituto di credito.
L’auto finisce in vendita online
Come se non bastasse, nel 2023 il cliente scopre un dettaglio sconcertante: l’auto per la quale aveva pagato ogni singola rata, più il riscatto finale, era stata rimessa in vendita online, al prezzo irrisorio di circa 2.400 euro. Una cifra ben al di sotto del valore di mercato e lontanissima da quanto il cliente aveva versato nel corso degli anni (oltre 30.000 euro in totale).
La sensazione è chiara: oltre al danno, la beffa.
La svolta: il ricorso e la condanna dell’istituto
Di fronte a questa situazione surreale, il giovane decide di rivolgersi a un sistema di risoluzione alternativa delle controversie con gli istituti bancari. Presenta ricorso per ottenere giustizia e il risarcimento dei danni subiti.
L’organo arbitrale ha valutato nel dettaglio la documentazione e ha ritenuto completamente illegittima la condotta dell’istituto di credito. In particolare, è stato accertato che il cliente aveva rispettato ogni obbligo contrattuale, e che l’auto era stata venduta a terzi senza alcun valido motivo, dopo aver incassato il riscatto.
Il risarcimento: oltre 12mila euro
Nella decisione finale, l’organismo ha condannato la banca al pagamento di un risarcimento di 12.500 euro, somma ritenuta congrua a compensare il danno subito. Tale importo è stato calcolato tenendo conto del valore di mercato del veicolo, delle rate già versate, e della segnalazione al CRIF ritenuta infondata.
È stato inoltre ribadito un principio fondamentale: nessuna segnalazione negativa può essere effettuata se il cliente ha adempiuto agli obblighi contrattuali, e la banca ha sempre l’onere di dimostrare l’esistenza di un credito certo, liquido ed esigibile.
Una lezione per tutti i consumatori
Questa vicenda rappresenta un monito importante per i cittadini: le banche non possono agire in modo arbitrario, e i diritti dei clienti vanno tutelati con fermezza. In casi di comportamenti anomali o segnalazioni ingiustificate, esistono strumenti legali per far valere le proprie ragioni, senza necessariamente passare da un processo civile lungo e costoso.
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