Pignoramento dello stipendio: nel 2025 sarà più difficile. Ecco le nuove tutele per i debitori
Nel 2025 sono entrate in vigore nuove regole sul pignoramento dello stipendio, pensate per offrire una maggiore protezione a chi vive situazioni economiche difficili.
La novità più importante riguarda l’aumento della soglia minima non pignorabile, che passa da 1.200 a 1.350 euro netti al mese.
Un passo significativo per tutelare le famiglie e i lavoratori con redditi medio-bassi.

Cos’è il pignoramento dello stipendio
Il pignoramento dello stipendio è una procedura che consente al creditore di recuperare quanto gli è dovuto prelevando una parte della retribuzione del debitore.
Tuttavia, la legge stabilisce dei limiti precisi: non è possibile colpire tutto lo stipendio, ma solo una parte, lasciando al lavoratore una somma minima per vivere dignitosamente.
Con le nuove norme del 2025, questi limiti sono stati aggiornati per riflettere il costo della vita in aumento e la necessità di proteggere le fasce più deboli della popolazione.
Le nuove soglie minime non pignorabili
In passato, la soglia non pignorabile era fissata a 1.200 euro netti mensili.
La nuova legge del 2025 ha portato questo limite a 1.350 euro, aumentando così la parte di stipendio che non potrà essere toccata dai creditori.
In pratica:
- lo stipendio fino a 1.350 euro è totalmente impignorabile;
- la parte eccedente può essere pignorata solo entro i limiti di legge (solitamente un quinto);
- non si potrà mai scendere sotto i 1.350 euro netti, anche se il debito è elevato.
L’obiettivo è garantire che il lavoratore mantenga un reddito minimo sufficiente per far fronte alle spese quotidiane e familiari.
Una tutela per famiglie e soggetti fragili
La riforma tiene conto in particolare delle situazioni di disagio economico e dei nuclei familiari con persone disabili o a carico.
Il governo ha voluto bilanciare due esigenze:
- Tutela del creditore, che conserva il diritto a recuperare le somme dovute.
- Protezione del debitore, che deve poter disporre di un reddito minimo vitale.
Questa misura rientra in una strategia più ampia di sostegno alle famiglie indebitate, duramente colpite dal caro vita e dall’aumento dei tassi sui finanziamenti.
Come avviene il pignoramento presso il datore di lavoro
Per avviare il pignoramento, il creditore deve prima ottenere un titolo esecutivo, come un decreto ingiuntivo o una sentenza di condanna.
Una volta in possesso del provvedimento, può rivolgersi al datore di lavoro del debitore, che sarà obbligato a:
- trattenere la quota dello stipendio stabilita dal giudice;
- versarla al creditore secondo i tempi previsti;
- rispettare rigorosamente la soglia minima di 1.350 euro netti, che non può essere intaccata.
Il datore di lavoro diventa quindi un soggetto esecutore dell’ordine giudiziale, ma con precisi limiti da rispettare per legge.
Cosa cambia in concreto per i lavoratori
Con la nuova normativa:
- chi ha uno stipendio basso sarà più protetto da azioni aggressive dei creditori;
- i pignoramenti multipli dovranno rispettare il limite complessivo di 1.350 euro;
- le famiglie con disabilità o minori a carico avranno maggiore tutela.
Si tratta di un passo avanti verso una giustizia più equilibrata, che riconosce la necessità di garantire la sopravvivenza economica dei cittadini anche in presenza di debiti.
In caso di pignoramento: cosa fare
Chi riceve un atto di pignoramento deve sapere che:
- è possibile verificare la correttezza della procedura;
- si può richiedere la sospensione o la riduzione della quota pignorata in casi di comprovato disagio;
- un consulente legale può aiutare a controllare se la nuova soglia è stata rispettata.
Ignorare il problema non è mai la soluzione: informarsi e agire in modo consapevole è il primo passo per tutelare il proprio reddito.
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Buongiorno
Perché a me’ il giudice ha stabilito un quinto dello stipendio per intero netto???
Lo stesso ultimamente a mio fratello
Io queste dinamiche non le capisco
Ma x i pensionati disabili cosa cambia x i pignoramenti ?