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Truffe bancarie online: ora la banca è obbligata a risarcire. La Cassazione difende i clienti

Truffe bancarie: uomo incappucciato con maschera bianca in mano e che copre metà del suo volto.

Gaetano Vilnò, gaetanovilno

Una nuova sentenza storica obbliga gli istituti di credito a restituire le somme rubate: ecco cosa devono fare i correntisti truffati

Nel mondo iperconnesso di oggi, le truffe digitali sono diventate una minaccia quotidiana. Dalle frodi con carte di credito alle tecniche più sofisticate come il SIM swapping, milioni di italiani rischiano ogni giorno di vedere svuotato il proprio conto corrente da malintenzionati invisibili.

Ma c’è una buona notizia: la Corte di Cassazione ha stabilito un principio fondamentale. Se sei vittima di una frode bancaria, la responsabilità è della banca, che deve risarcirti integralmente a meno che non dimostri che sei stato tu a commettere una grave negligenza.


Una sentenza che fa giurisprudenza

La sentenza della Cassazione del 12 maggio 2024 riguarda il caso di un cliente Unicredit truffato con il sistema del SIM swapping, una tecnica criminale ormai diffusa anche in Italia. Il risultato? La banca è stata condannata a risarcire oltre 62.000 euro, prelevati indebitamente dal conto del cliente.

Il principio affermato è chiaro:

È l’istituto di credito a dover dimostrare che l’operazione è stata eseguita in modo sicuro e conforme. In caso contrario, risponde integralmente del danno.”

Cos’è il SIM Swapping?

È una truffa subdola e ben organizzata, che sfrutta una falla nel sistema di autenticazione via SMS:

  1. Il truffatore si presenta in un centro telefonico con dati falsi per ottenere un duplicato della tua SIM;
  2. Il tuo telefono viene disabilitato, mentre il truffatore riceve tutti i tuoi SMS, inclusi quelli per accedere all’home banking;
  3. A questo punto, esegue bonifici e operazioni in proprio favore, senza che tu te ne accorga fino a danno compiuto.

La legge è dalla parte del cliente: ecco perché

Già il D. Lgs. 11/2010 obbliga le banche ad adottare misure di sicurezza adeguate per proteggere i clienti da accessi non autorizzati. E l’art. 1176 del Codice Civile impone agli istituti una diligenza tecnica elevata.

Secondo la Cassazione:

  • Se il cliente nega di aver autorizzato un’operazione, è la banca che deve provarne l’autenticità;
  • È irrilevante che il cliente abbia ricevuto gli SMS di accesso, se quei messaggi sono stati intercettati a sua insaputa;
  • Le misure di sicurezza devono essere effettivamente efficaci, e non solo formalmente previste.

Cosa fare se sei vittima di una truffa bancaria

Se hai notato operazioni sospette sul tuo conto, agisci subito. Ecco una guida passo passo:

  1. Blocca immediatamente la carta o i codici bancari chiamando il servizio clienti della tua banca;
  2. Denuncia il furto o la truffa presso Carabinieri o Polizia di Stato;
  3. Controlla il tuo estratto conto e segna ogni operazione sospetta;
  4. Invia un reclamo formale alla banca, usando il modulo disponibile sul sito dell’istituto, allegando:
    • la copia della denuncia;
    • la descrizione dettagliata delle operazioni non autorizzate;
    • la richiesta di rimborso.

E se la banca rifiuta?

Se la banca non risponde entro i tempi previsti o nega il risarcimento, puoi:

  • Rivolgerti all’Arbitro Bancario Finanziario (ABF): una procedura semplice e gratuita;
  • Ricorrere a un avvocato per un’azione giudiziaria fondata sulla responsabilità della banca.

Ricorda: la banca non può semplicemente scaricare la colpa sul cliente. Solo se dimostra una tua colpa grave o comportamento negligente evidente, può sottrarsi al risarcimento.

I tuoi diritti valgono anche nel digitale

Questa sentenza rappresenta un importante precedente giurisprudenziale: d’ora in avanti, le banche non potranno più nascondersi dietro clausole contrattuali o messaggi generici di sicurezza. La responsabilità è concreta, e il cliente ha pieno diritto alla tutela dei propri risparmi.

Se sei stato truffato, non pensare che sia colpa tua. Non lasciarti intimidire da moduli complicati o silenzi istituzionali. Hai diritti, e oggi più che mai, puoi farli valere.

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