Pignoramento AMAM: conti bloccati anche a chi paga a rate, scoppia la polemica

A Messina monta la polemica per una vicenda che sta colpendo numerosi cittadini: diversi utenti AMAM avrebbero subito il pignoramento del conto corrente da parte della società di recupero crediti incaricata dall’azienda idrica, nonostante avessero già avviato un piano di rateizzazione per sanare il proprio debito.
La beffa del pignoramento nonostante la rateizzazione
Molti cittadini, consapevoli di avere posizioni debitorie, hanno scelto di mettersi in regola concordando con AMAM un piano di pagamento rateale. Tuttavia, secondo numerose segnalazioni, la procedura di riscossione coattiva da parte della società esterna non si sarebbe fermata, portando al blocco dei conti correnti anche per chi stava già rispettando le scadenze previste.
Un cortocircuito burocratico che rischia di trasformarsi in una vera e propria beffa per i contribuenti in buona fede. Oltre al disagio economico, infatti, questi pignoramenti creano danni di immagine e difficoltà nella gestione finanziaria di famiglie e imprese, minando la fiducia nei confronti dell’ente.
Serve maggiore coordinamento e trasparenza
Durante una recente seduta della Commissione consiliare è stato chiesto all’azienda di verificare e vigilare sull’operato della società di riscossione, affinché episodi simili non si ripetano. L’obiettivo è garantire che il diritto al recupero dei crediti non si traduca in azioni sproporzionate o ingiuste, soprattutto nei confronti di chi ha già dimostrato volontà di regolarizzare la propria posizione.
Tra le proposte emerse, anche quella di accelerare gli svincoli dei conti correnti bloccati indebitamente, così da restituire rapidamente liquidità ai cittadini che stanno pagando regolarmente.
Un equilibrio tra recupero crediti e tutela dei cittadini
Il caso solleva un tema più ampio: la necessità di trovare un equilibrio tra la legittima esigenza degli enti di recuperare somme dovute e la tutela dei diritti dei cittadini. Quando il sistema di riscossione non distingue tra chi evade e chi si sta mettendo in regola, il rischio è di trasformare uno strumento legale in un’ingiustizia.
Un messaggio chiaro arriva proprio dai cittadini coinvolti: “Chi paga non deve essere punito”.
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