Cessione del credito in blocco: la Cassazione chiarisce i doveri del cessionario

Cessione del credito in blocco: doveri del cessionario

È chi chiede il pagamento a dover dimostrare di essere il vero creditore

Con due ordinanze gemelle (n. 23834 e 23849 del 25 agosto 2025), la Corte di Cassazione ha stabilito un principio fondamentale che cambia i rapporti tra banche, società di recupero crediti e cittadini: nella cessione di crediti in blocco, è il cessionario a dover provare di essere titolare del credito, e non il debitore a dover scoprire da solo chi è il vero creditore.

Il caso nasce da un fallimento in cui una società, che dichiarava di aver acquistato un credito bancario, è stata esclusa perché non ha saputo dimostrare la propria legittimazione. Sebbene l’avviso di cessione fosse stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale, l’elenco dei crediti ceduti – pubblicato sul sito web del cessionario – non riportava il credito contestato.

La Cassazione ha respinto il ricorso, ribadendo che la pubblicazione non basta: chi reclama un pagamento deve fornire prove concrete e individualizzate. Nemmeno il semplice possesso della documentazione del credito costituisce prova sufficiente.


Le reazioni: “Basta richieste di pagamento senza prove”

La decisione è stata accolta con sollievo dai cittadini che spesso ricevono lettere, telefonate o decreti ingiuntivi da parte di società che si dichiarano cessionarie di vecchi debiti, ma senza fornire documenti autentici.

Molti utenti hanno commentato positivamente la sentenza sui canali dedicati alla tutela dei consumatori, sottolineando come questa pronuncia “restituisca equilibrio e chiarezza” in un settore dove le posizioni dei cittadini sono spesso indebolite da pratiche poco trasparenti.


Un richiamo alla trasparenza nel mercato dei crediti

La Cassazione, con queste ordinanze, ha inviato un messaggio chiaro al mercato:
la cessione di crediti in blocco non può trasformarsi in una zona grigia dove chiunque, dopo aver acquistato pacchetti di crediti, pretenda pagamenti senza fornire riscontri.

È necessario garantire trasparenza, tracciabilità e prova documentale in ogni fase della cessione, affinché il cittadino non si trovi a difendersi da richieste infondate o da errori di identificazione del credito.


Un passo avanti per la tutela dei cittadini

Questa pronuncia rappresenta un punto fermo nella giurisprudenza italiana, rafforzando i diritti dei consumatori e riequilibrando un mercato spesso dominato da società di recupero crediti e fondi speculativi.

Chi pretende un pagamento dovrà, da oggi, dimostrare in modo preciso e verificabile di essere il vero titolare del credito.
Un principio semplice ma fondamentale: la prova spetta a chi accusa, non a chi si difende.

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4 commenti su “Cessione del credito in blocco: doveri del cessionario”

  1. Antonio Di Benedetto

    Quindi alla luce di questa sentenza se si ha già un pignoramento da parte di società Npl si può richiedere tutta la documentazione ?in caso non la forniscono come agire ? Si può annullare pignoramento?

  2. Salve, quindi nel caso in cui la società non ha i requisiti per procedere il debito che fine fa? Grazie e buon lavoro

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